Dagli anni ’80 la Tunisia assiste ad una rapida e significativa evoluzione dell’attivismo jihadista all’interno dei suoi territori. Il jihad, inteso come un dovere che ogni musulmano è tenuto a compiere e come lo sforzo alla guerra e alla lotta armata per stabilire il califfato, unica forma di governo islamico riconosciuta, non ha mai fatto parte del patrimonio culturale del paese.
In Tunisia l’attivismo jihadista inizia a comparire a partire dagli anni Ottanta come reazione ad un governo laico che vieta e reprime qualsiasi forma di discorso islamico in generale. In questi anni, la breve vita del gruppo Jihad Islamica, rapidamente smantellata dal Presidente Habib Bourguiba, riflette l’aspetto disorganizzato e fragile del primo tentativo di strutturare una milizia jihadista in Tunisia.
Curiosamente, oggi il paese è diventato il primo fornitore di giovani combattenti nei diversi conflitti in corso in Iraq, Libia, Mali e Siria. Inoltre l’instabile situazione politica e di sicurezza tunisina ha attirato i veterani del jihad internazionale per fondare, per la prima volta nella storia del paese, Ansâr al-Sharî‘a in Tunisia (AST), un’organizzazione avente come ruolo principale quello di guadagnarsi il supporto popolare utile per intraprendere il jihad in Tunisia e al contempo fornire supporto logistico e strategico alle diverse brigate nascoste sia tra le montagne che tra le cellule dormienti delle aree urbane del paese stesso.
Per comprendere le dinamiche che si celano dietro l’evoluzione del jihad tunisino è impossibile prescindere dagli aspetti dottrinali e teorici che circondano il fenomeno. Il jihadismo è connesso ad una completta rete di termini derivanti dalla giurisprudenza (fiqh) islamica e a vari movimenti di pensiero coi quali condivide lo stesso sfondo ideologico. In particolare ci si riferisce al fenomeno salafita, che è un movimento vario e complesso e difficile da catalogare. Possiamo azzarsdare la schematizzazione seguente. In Tunisia pare vi siano queste tre componenti:
- La salafiyya ‘almiyya, il salafismo ‘purista’, ‘scientifico’ o ‘scritturalista’: è
rappresentato da uomini di mezza età che vivono vite tranquille dedicandosi alla tarbiyya, all’istruzione, insistono sull’implemento della sharia e rifiutano la democrazia tenendosi ai margini della vita politica
- Il salafismo “politico” lo rappresentano, invece, i partiti di nuova fondazione i quali ritengono che la partecipazione al sistema democratico imperfetto possa servire da “veicolo per raggiungere una sorta di califfato” o un
sistema politico maggiormente orientato verso l’implemento delle leggi della sharia
- Il salafismo jihadista, infine, si caratterizza per la strenua opposizione partitica e per la legittimazione dell’uso della violenza. I jihadisti invocano la rivoluzione per applicare la loro singolare e rigida interpretazione della legge sacra.